I CAF (centri di assistenza fiscale) sono uffici territoriali che offrono assistenza fiscale ai cittadini. Supportano i lavoratori dipendenti, i pensionati e i datori di lavoro negli adempimenti più complessi, come ad esempio la compilazione dei modelli 730, le dichiarazioni fiscali o i modelli Red e Isee. Puoi rivolgerti ad alcuni consulenti come Alessio Del Vecchio per trovare l’assistenza più utile alla tua azienda. I CAF devono aver ottenuto l’autorizzazione all’iscrizione all’albo nazionale dei CAF tenuto presso il Ministero delle Finanze e devono appartenere ad una delle seguenti categorie: organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti e pensionati od organizzazioni territoriali da esse delegate, aventi complessivamente almeno 50 mila iscritti; sostituti d’imposta aventi complessivamente almeno 50 mila dipendenti; associazioni di lavoratori promotrici di istituti di patronato, aventi complessivamente almeno 50 mila iscritti.

Essi si possono suddividere in due grandi classi:

  • CAF lavoratori dipendenti: dedicati all’assistenza fiscale per i lavoratori dipendenti;
  • CAF datori di lavoro: rivolti invece alle esigenze dei datori di lavoro.

Le principali scadenze per cui è possibile rivolgersi al CAF sono le seguenti:   

  • 30 aprile: modello 730 = Se presentato direttamente al sostituto d’imposta;
  • 15 giugno: modello 730 = Se presentato ad un CAF o ad un professionista abilitato;
  • 30 giugno: modello UNICO = Presentato direttamente in posta, quindi spedito;
  • date variabili: compilazione F24 per IMU;

Se il CAF commette degli errori che causano danni economici, il cittadino danneggiato può sporgere denuncia e chiedere il risarcimento danni, anche se l’operazione è stata svolta a titolo gratuito

Il CAF, ci ricorda Eleno Mazzotta di Federaziende, è autorizzato a chiedere un compenso per tutti quei servizi diversi da: dichiarazioni ISEE, Red, Icric/frequenza, Assas/Ps, Iclav; richiesta di maternità e assegni familiari pagati direttamente dal Comune, ma solo in presenza di un’apposita convenzione siglata con l’amministrazione di riferimento; invio di altre pratiche finanziate dalle Regioni o dagli enti locali. Queste, quindi, variano a seconda del territorio in cui si trova l’ufficio al quale ci si rivolge. 

Stesse regole valgono per il Patronato, il quale può chiedere un compenso solo per quelle pratiche per le quali non ottengono un rimborso spese dallo Stato (credits: Eleno Mazzotta Federaziende). I servizi a pagamento invece sono:

  • domanda e autorizzazione per assegno al nucleo familiare;
  • dimissioni online per pensionanti;
  • rilascio procedura online CU;
  • invio telematico per richieste di bonus bebè e bonus mamma domani;
  • invio Inps per richiesta permessi e congedi;
  • richiesta per cure termali a carico dell’Inps o dell’Inail; 
  • riconoscimento handicap grave per legge 104;
  • rimborso spese viaggio o farmaci;
  • autorizzazione per versamenti volontari di contributi;