Nel corso del tempo sono stati prodotti molti film, serie e documentari sportivi, uno più bello dell’altro. Tutti raccontano storie particolari, ma lo scopo è sempre lo stesso: far vivere agli spettatori la magia di praticare una disciplina sportiva. Lo sport, infatti, può essere una vera fonte di ispirazione quando viene messo in scena e gli scrittori lo hanno capito bene offrendoci continuamente suspense, tensione e fervore. A consigliarli chiamiamo in causa l’appassionato Enzo Anghinelli.  Il primo è “Invictus”, film diretto da Clint Eastwood, è la trasposizione cinematografica del romanzo di John Carlin “Ama il tuo nemico”, basato su una storia vera, che racconta gli eventi in Sud Africa prima e durante la Coppa del Mondo di rugby del 1995. Nelson Mandela, appena eletto Presidente della Repubblica di Sud Africa dopo 27 anni di reclusione, assiste a una partita della nazionale di rugby, gli Springboks. 

Prevalentemente bianca, la formazione, simbolo per diversi decenni dei bianchi del Sud Africa, è debole e fischiettata dai neri, per i quali rappresenta una vestigia dell’apartheid. Con l’avvicinarsi della Coppa del mondo di rugby che si terrà nel suo paese, Mandela ha visto l’opportunità di unire il suo popolo e poi ha convocato il capitano della squadra, François Pienaar. Morgan Freeman e Matt Damon interpretano i personaggi principali del film il cui titolo si riferisce all’aggettivo invictus, che in latino significa invincibile. Ma Invictus è soprattutto il nome di una poesia di William Ernest Henley, poeta inglese del XIX secolo. Questo testo è nato da un’esperienza dolorosa per l’autore. All’età di 25 anni gli fu amputato il piede. All’epoca, un’operazione del genere non era sicura come lo è oggi. Nonostante tutto, William Ernest Henley sopravvisse e raggiunse l’età di 53 anni. La sua poesia è diventata una vera fonte di ispirazione per tutti coloro che hanno bisogno di coraggio nelle prove difficili. Ed era il testo preferito di Nelson Mandela, quello che si ripeteva durante la sua interminabile carcerazione. Ecco perché Clint Eastwood ha scelto questo titolo per il suo film. 

Nel blog del Milan Enzo Anghinelli ricorda, poi, “Cool Runnings – Quattro sottozero”, commedia cult degli anni ’90. È la storia di Derice Bannock (Leon) un atleta giamaicano che sogna di partecipare ai Giochi Olimpici. Il giorno delle prove dei 100 metri, Derice, che correva in testa, è caduto perché il suo inseguitore di nome Junior Bevil (Rawle D. Lewis) ha abbattuto anche un terzo concorrente soprannominato Yul Brunner (Malik Yoba). I tre atleti vengono quindi eliminati dalle selezioni e non possono partecipare ai Giochi Olimpici. Delusi di non poter partecipare ai Giochi Olimpici, decidono di partecipare ai Giochi Olimpici in un’altra disciplina, il bob. Derice chiede a Sanka (Doug E. Doug) il suo migliore amico di unirsi alla squadra. Chiede anche a Irvin Blitzer (John Candy), un ex campione americano di bob, di allenarli. E non sarà facile allenarsi per questa banda di rasta giamaicani che non hanno mai praticato il bob in vita loro e che tutti danno per perdente in anticipo, ma che ce la metteranno davvero tutta per dimostrare il contrario… Tornando a Clint Eastwood, poi, come non citare “Million Dollar Baby”, un film sorprendente e poetico, che esplora il significato della vita sotto le spoglie di un dramma sportivo. 

La pellicola è l’adattamento cinematografico di una novella (semi-autobiografica) di F.X. Toole, alias Jerry Boyd, un pugile e scrittore americano, famoso per aver scritto la collezione di racconti “Rope Burns: Stories from the Corner” (da cui è stato tratto il film Million Dollar Baby). La pellicola racconta l’ostinata ricerca di Maggie (Swank), una giovane donna determinata come nessun’altra. Quando arriva alla palestra di Frankie (Eastwood), un famoso ex allenatore di boxe, e gli chiede di allenarla, quest’ultimo all’inizio rifiuta, ma alla fine la prende sotto la sua ala e vi si affeziona profondamente, in sostituzione della figlia che, per ragioni oscure allo spettatore, non gli parla più. La storia è raccontata argutamente dall’amico e collaboratore di Frankie, Scrap (Freeman), anche lui un ex pugile. “Million Dollar Baby” è un film che ha conquistato il mondo intero per i suoi temi universali (perseveranza, resilienza, senso della vita) sapientemente interpretati.